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6 luglio 2014

RUINStory part 2 ... back in 1979

1979

When in spring 1979 Alex Masi gave up the project PIERGIUSEPPE CIRANNA officially joined. Few old Ruins tracks were rehearsed and also some new composition were taken in serious consideration, but the band needed more time to focus its way and the project momentarily went on hold. Lots of time were spent rehearsing new material experimenting new styles and improving the already well established individual improvisational skills. Few more musicians became part of the project, but the essentially experimental driving force of the band made impossible for them to go beyond their musical limit, therefore at the end of 1979 the band established as a foursome combo.

Alessandro Pizzin
Alessandro Pizzin
Franco Moruzzi
Piergiuseppe Ciranna
l to r: Giorgio Salvadego, Piergiuseppe Ciranna, Alessandro Pizzin
Franco Moruzzi
Giorgio Salvadego, Piergiuseppe Ciranna
Piergiuseppe Ciranna, Giorgio Salvadego, Alessandro Pizzin
l to r: Giorgio Salvadego, Alessandro Pizzin, Bruno Pizzati, Piergiuseppe Ciranna, Franco Moruzzi

11 giugno 2012

RUINStory part 1 ... back in 1978

1978

On Wednesday September 13th 1978 in Mestre (Venice, Italy) a new band was born and named after a FRED FRITH composition entitled RUINS (featured in 1974 HENRY COW's band highly influential LP "UNREST").
The first band line-up was formed by ALESSANDRO PIZZIN together with FRANCO MORUZZI and GIORGIO SALVADEGO and featured ALEX MASI composing and playing his great guitar in an interesting and innovative style. Occasionally joined also by young multi talented performer and musical comrade ALESSANDRO MONTI (more recently known as UNFOLK) that early band was quite ahead of its time in the soon-to-come italian indipendent musical scene.


Alessandro Pizzin
Franco Moruzzi
Giorgio Salvadego
Alex Masi
Alessandro "Unfolk" Monti
As "Unfolk" Monti aptly and kindly recovers: "I Ruins originari provavano in pieno centro di Mestre, in un deposito di un cinema... no, non era esattamente l’Inner Space Studio (dei Can) e l’unico registratore disponibile era un Superscope a cassette (ma stereo!) che ancor oggi ha lasciato tracce del suo passaggio. Era comunque un’ottima location in cui si poteva suonare a tutto volume anche se solo di pomeriggio. Ricordo che all’interno dello spazio giaceva abbandonato un pianoforte (verticale e scordato) che un po’ tutti suonavamo a turno: il sottoscritto, che talvolta si univa al gruppo come improbabile percussionista (glockenspiel e altri accessori di tradizione Fungus), talvolta metteva le mani su quel piano e, dal momento che le dita erano sempre sulle stesse posizioni, aveva creato un brano che in breve era divenuto una palestra di innumerevoli improvvisazioni collettive. Inoltre all’interno del deposito avevamo trovato un albero di campane tubolari arrugginite dal suono sinistro e antico. Ricordo un curioso esperimento vocale con due ragazze ai cori e qualche strumento a fiato abbandonato da qualche vecchia orchestra tra le travi marcite. Un giorno mi é venuto in mente il nome del gruppo pensando a quelli che erano le bands che all’epoca ascoltavamo, un nome che tutt’oggi penso sia stato azzeccato. Infatti stavamo assistendo alla fine di quell’epoca tardo prog e, nonostante la confusione socio-politico-musicale di allora, qualcosa di nuovo stava già profilandosi all’orizzonte in fermento... PUNK! NEW WAVE! SYNTH POP! INDIE FUNK! DADAISM! Tutti “idioms” che il gruppo avrebbe fatto suoi di lì a poco con cambi radicali di formazione e stile.

... more soon ...